Racconta

  • Due personaggi illustri di Moliterno, Michele Tedesco e Ferdinando Petruccelli

    07/04/2017

    Michele Tedesco nasce a Moliterno nel 1834, in una fase storica di grande fermento politico e sociale a cui il giovane partecipò attivamente insieme al cugino Giacomo Racioppi.
    Dopo la formazione artistica presso all’Accademia delle Belle arti di Napoli, si ferma in quella città, facendo parte dei pittori del Vicolo San Mattia. Nel 1861 approda a Firenze stringendo rapporti con i pittori macchiaioli come Telemaco Signorini e lì approfondisce i maestri della pittura toscana del quattrocento. Negli anni successivi, Tedesco viaggia molto in Europa; sposa la pittrice tedesca Julia Hoffmann acquisendo la conoscenza della pittura mitteleuropea.
    Nelle opere di Michele Tedesco, dopo il periodo macchiaiolo, è il tema femminile a campeggiare, trattato sempre con toni intimistici, delicati, mai banali; spesso la donna è colta in momenti di sospensione meditativa nel moto incessante e tempestoso dei propri sentimenti. 
    Legato alla visita in Basilicata del Presidente del Consiglio dei ministri del 1902, Giuseppe Zanardelli, Tedesco dipinse un quadro allegorico ricco di riferimenti culturali e antropologici a testimonianza del legame mai scisso con la propria terra.
    Il flusso continuo di pensieri, immagini schizzi, sensazioni che Michele Tedesco annotava nei suoi viaggi è raccolto negli appunti dei taccuini che costituiscono patrimonio della Casa Museo D. Aiello di Moliterno

    Ferdinando Petruccelli della Gattina nasce a Moliterno nel 1815 da una famiglia medio borghese ed è avviato ad una formazione impartita da figure ecclesiastiche improntata al rigore e alla disciplina la qual cosa fece covare in lui un netto sentimento anticlericale.
    Scelse gli studi di medicina a Napoli ma, attratto dal giornalismo già dal 1836, e grazie ad un’eredità, poté iniziare una vita di viaggi che lo portarono nelle grandi capitali d’Europa quali Londra e Parigi. Qui conobbe scrittori e pensatori di grande levatura come Balzac, Stendal, Proudhon, Darwin e frequentò ambienti della filosofia laica improntati alla religione delle libere nazionalità ed al progresso.
    Molto attivo politicamente, avverso ai Borboni, dovette rifugiarsi in Francia e rimase esule tra Parigi e Londra.
    Emblematiche sono le opere “I moribondi di Palazzo Carignano” e “Fattori e malfattori della politica europea contemporanea” dove, oltre ad esternare il proprio disagio per la politica, lancia taglienti critiche verso alcuni esponenti politici del tempo nel suo stile efficace ricorrendo ai paradossi e alla potenza e varietà di immagini. Può essere considerato il primo giornalista di spirito europeo nell’Italia nuova.
    Nel 2015 si sono tenute a Moliterno le celebrazioni per i 200 anni dalla nascita attraverso eventi culturali e letterari a suggellare il tributo della comunità moliternese al suo illustre concittadino.